I boschi, i rimboschimenti e le superfici agricole
Orazio Caldarella
Larga parte dei boschi ricadenti nel territorio godranese ha una storia recente legata alle pratiche di rimboschimento a Fraxinus, Eucaliptus, Cupressus e soprattutto Pinus(Foto 51) condotte nell’immediato dopoguerra, quando molte aree prive di copertura arborea vennero piantumate con essenze estranee alla nostra flora, dando così origine agli odierni popolamenti artificiali. Ciò va contestualizzato storicamente e, per fortuna, alcuni recenti interventi dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali mirano proprio al diradamento progressivo(Foto 51) di questi impianti. È assolutamente incoraggiante constatare il veloce ripristino della vegetazione naturale per troppo tempo rallentata dalla presenza di piantagioni monospecifiche e che adesso prende slancio e vigore di anno in anno, testimoniando la forte resilienza dell’ecosistema boschivo. Purtroppo, queste superfici, che si concentrano soprattutto nelle aree del Cannitello, Valle Maria, Suvari, Cozzo Fornazzo, Vignazza(Foto 53), Valle Agnese, Piano dei Muli, Pizzo Campana(Foto 54), Craperia, Serre Catinazzu, Cerasa(Foto 55), Portella di Vento, Giardinello alto e Zotta Carnalivari(Foto 56) ed oltre, sono destinate ancora a perdurare nel medio periodo, dovendo rimandare di qualche decennio il momento della completa sostituzione, quando la stragrande maggioranza degli individui vetusti piantumati negli anni 50 e 60 verrà sostituita dalla vegetazione autoctona grazie ad un turnover che restituirà a questo ecosistema maggiore naturalità.
Un fitto rimboschimento a
Pinus pinea (Pino da Pinoli)
in località Suvari dove si trova
anche una delle più frequentate aree
attrezzate del comprensorio

Periodiche operazioni di diradamento
effettuate all'interno di un rimboschimento a conifere
nell'area di Gorgo del Drago

Il mosaico boschivo tra le località
Pulpito del Re e Cannitello mostra
la diffusa presenza di impianti
forestali che si mischiano ad aspetti
di vegetazione naturale

Il rimboschimento a Pinus
ricorre anche nelle zone circostanti al Pizzo Campana a stretto contatto
con il sughereto

Rimboschimento a Cipresso lungo le scarpate rocciose in c.da Cirasa

La Zotta Carnalivari, nel versante meridionale della Busambra, con i visibili segni del ripianamento che anticipata la messa a dimora delle specie del rimboschimento

Accanto ai rimboschimenti, di per sé monotoni e floristicamente poveri, trovano spazio i veri boschi tipici dell’entroterra siciliano(Foto 57), un vero vanto per questo territorio considerato che, ormai, rimangono solo poche superfici boscate all’interno dell’isola. Essi costituiscono un chiaro esempio di come doveva presentarsi il paesaggio siciliano prima dello stravolgente impatto delle attività agro-silvo-pastorali che hanno segnato la storia della Sicilia fin dalle prime colonizzazioni. La vegetazione forestale autoctona è principalmente improntata da querce sempreverdi come il Leccio (Quercus ilex; dialetto= Iliciu)(Foto 58), la Sughera (Quercus suber; d.= Suvaru)(Foto 59) o caducifoglie come il Cerro di Gussone (Quercus gussonei; d.= Cerru)(Foto 60) ed altre entità del ciclo della Roverella (come Q. leptobalanos(Foto 61), Q. virgiliana(Foto 62); d.= Vuscigghiu) che costituiscono i boschi dominanti del comprensorio godranese. Ciascuna di queste tipologie boschive tende a insediarsi in contesti ambientali differenti che rispondono a caratteristiche ecologiche ben precise in ordine a substrati geologici, fasce altitudinali e climatiche, tipologie pedologiche, esposizione e morfologia dei versanti, disponibilità idrica ecc.
Il paesaggio boscato del territorio godranese in netto contrasto con le aree denudate che si scorgono nel circondario e che caratterizzano ampi
tratti dell'interno della Sicilia


Il Leccio - Quercus ilex - Iliciu

La Sughera - Quercus suber - Suvaru

Il Cerro di Gussone - Quercus gussonei - Cerru

Quercia Leptobalana - Quercus leptolalanos - Vuscigghiu

La Quercia castagnara - Quercus virgiliana - Vuscigghiu
Volendo sintetizzare si potrebbe dire che il bosco sempreverde a Sughera (Genisto aristate-Quercetum suberis) domina alle quote più basse in coincidenza di aree più aride dove prevale la componente rocciosa quarzarenitica. Esso è presente, più o meno omogeneamente, in contesti con queste caratteristiche fino a circa 900 metri di altitudine e lo si riscontra in modo più esteso nelle contrade Suvari e Vignazza, o in coincidenza delle aree sommitali nel tratto tra Pizzo Giucco, Pizzo Campana, Piano dei Muli e Craperia (Foto 63) o anche in molti dei piccoli affioramenti rocciosi di natura quarzarenitica, sparsi per il territorio.
A quote superiori, ed essenzialmente lungo gli affioramenti posti tra il Cozzo Fanuso e più ad ovest verso la Pirata o Voi(Foto 64) ed oltre, questa tipologia forestale viene sostituita da un’altra formazione boschiva sempreverde a prevalenza di Leccio (Teucrio siculi-Quercetum ilicis) che predilige i medesimi terreni quarzarenitici a forte matrice rocciosa, ma necessità di un clima tendenzialmente più fresco ed una maggiore umidità edafica.
Un tipico aspetto del Sugherero (Genisto aristate-Quercetum suberis) sugli spuntoni quarzarenitici nei dintorni delle Case Craperia

Altra tipica situazione ambientale in cui il bosco a Sughera (Genisto aristate-Quercetum suberis) ricopre le aride creste quarzarenitiche in località Pirata o Voi

Le aree del territorio boschivo con suoli argilloso-sabbiosi più profondi e freschi per via di una maggiore umidità sono invece improntate da un querceto caducifoglio a dominanza di Quercia castagnara (Erico arboreae-Quercetum virgilianae) a cui si accompagnano altre entità acidofile come appunto l’Erica arborea, qui nota col nome dialettale di Alenciu. Si tratta di una formazione boschiva che nel territorio godranese ha un’importanza relativa poiché compare episodicamente a margine di piccoli impluvi o lungo versanti a moderata pendenza, compenetrando aspetti ben più estesi afferenti ad altre tipologie forestali. Verosimilmente le aree interessate dall’Erico arboreae-Quercetum virgilianae sono state nel tempo disboscate e destinate al pascolo e, localmente, a terreni agricoli, in quella parte di territorio che oggi funge da cerniera tra il centro abitato e l’area boschiva.
In condizioni simili ma molto più fresche come nelle aree di fondo valle e fino ad una quota di 1.300 metri circa a questo querceto si sostituisce quello fisionomizzato dalla Quercia leptobalana (Quercetum leptobalanae), una quercia endemica delle Madonie e del Bosco di Godrano/Ficuzza, che costituisce sicuramente una delle formazioni forestali più rappresentative del territorio essendo ampiamente distribuita nel tratto compreso tra Portella Gramigna e Cozzo Tondo, interessando i versanti settentrionali di Pizzo Castrateria, Cima Cucco, Pizzo Giucco per poi discendere a quote inferiori all’interno di Valle Maria, Valle Fanuso, Valle Filaccina e Valle Agnese. Un ulteriore lembo disgiunto dai precedenti si estende nel tratto compreso tra i laghetti di Coda di Riccio, il Farinaro ed il Chiarchiaro(Foto 65).
Una menzione speciale merita invece il bosco caducifoglio a Cerro di Gussone (Quercetum gussonei) una quercia endemica del Bosco di Godrano/Ficuzza e dei Monti Nebrodi, affine al Cerro (Quercus cerris). Si tratta di una formazione boschiva collocata a ridosso di una ristretta fascia altitudinale con clima fresco, compresa tra i 700 ed i 1.000 metri sul livello del mare, che colonizza suoli acidi profondi caratterizzati da modesta pendenza e da una ricca componente sabbiosa. Questa peculiare formazione boschiva fisionomizza un’ampia fascia del territorio, estendendosi in tutta l’area compresa tra Cozzo Bileo e Portella Gramigna(Foto 66), interessando le zone del Cannitello alto, Vignazza, Santa Barbara(Foto 67) e Pulpito del Re.
Un lembo di querceto caducifoglio a
dominanza di Quercia leptobala
(Quercetum leptobalanae) al Chiachiaro, nella zona pedemontana di Rocca Busambra

Sulla destra,
in prossimità dei versanti che conducono alla Portella Gramigna, alcuni aspetti del "cerreto" a Cerro di Gussone (Quercetum cerridis), un'entità endemica della Sicilia

Habitus invernale del "cerreto" (Quercetum cerridis) in località
Santa Barbara

Sui suoli rocciosi di natura calcarea della fascia collinare e montana, invece, tende ad instaurarsi un bosco a Leccio (Aceri campestris-Quercetum ilicis) che si estende dalla fascia pedemontana della Busambra, in corrispondenza delle coltri detritiche consolidate, fino alle cenge del monte, nonché lungo il versante meridionale in località Serre Agneddaria(Foto 68), Costa Iliciu(Foto 69) e più a sud fino a lambire le terre di Marosa ospitando al suo interno alcuni elementi forestali montani come l’Acero oppio (Acer campestre; d.= Occhiaru)(Foto 70) e localmente l’Agrifoglio (Ilex aquifolium)(Foto 71), come testimoniano alcuni esemplari relitti in località Serre Catinazzu, in prossimità di Portella di Vento.
Un frammento degradato del bosco mesofilo a Leccio ed Acero campestre
(Aceri campestris-Quercetum ilicis), alle Serre Agneddaria lungo il versante meridionale di Rocca Busambra

Altri frammenti del lecceto mesofilo dell'Aceri campestris-Quercetum ilicis,
legati ai substrati calcarei affioranti in località Costa di Iliciu


L'Acero oppio - Acer campestre - Occhiaru

L'Agrifoglio - Ilex aquifolium
Il lecceto che risalendo lungo i ripidi versanti della Rocca Busambra si arricchisce di altre specie arboree montane prende il nome di
Sorbus gracae-Aceretum pseudoplatani

Un'aspetto rappresentativo del
Sorbus gracae-Aceretum pseudoplatani
sui detriti delle Coste del Capone


Il Sorbo meridionale - Sorbus graeca
Il lecceto mesofilo (Aceri campestris-Quercetum ilicis) entra spesso in contatto proprio lungo la parete di Rocca Busambra(Foto 72) con una formazione tipicamente orofila legata agli anfratti più freschi ed ombreggiati del massiccio, nonché alle aree detritiche attive che evolvono lungo le sue pendici in località Neviere, Farinaro, Coste Capone (Foto 73) ed altre ancora. Tale aspetto si distingue per la dominanza di elementi dal carattere marcatamente montano come il Sorbo meridionale (Sorbus graeca)(Foto 74) e l’Acero di monte (Acer pseudoplatanus)(Foto 75) (Sorbo graecae-Aceretum pseudoplatani) oltre che per presenza del Ciavardello (Sorbus torminalis)(Foto 76), del Ciliegio Canino (Prunus mahaleb subsp. cupaniana)(Foto 77) e dell’Orniello (Fraxinus ornus; d.= Muddeu)(Foto 78).
L'Acero di monte -
Acer pseudoplatanus


Il Ciavardello - Sorbus torminalis

Il Ciligio canino -
Prunus mahaleb subsp. cupaniana
A margine delle formazioni dominanti, in corrispondenza delle incisioni torrentizie e delle principali aree vallive si insediano delle tipologie strettamente legate agli habitat delle sponde fluviali o lacustri, caratterizzate dalla presenza di specie arboree igrofile come i Salici (Salix alba(Foto 79), Salix pedicellata(Foto 80); d.= Avurru), l’Olmo campestre (Ulmus canescens; d.= Urmu)(Foto 81), i Pioppi (Populus nigra(Foto 82), Populus alba(Foto 83); d.= Chiuppu) e la Tamerice Africana (Tamarix africana; d.= Avrucu)(Foto 84).

L'Orniello - Fraxinus ornus - Muddeu

Il Salice bianco - Salix alba - Avurru

Il Salice pedicellato - Salix pedicellata - Avurru

L'Olmo campestre - Ulmus canescens - Urmu

Il Pioppo nero - Populus nigra - Chiuppu

Il Pioppo Bianco - Populus alba - Chiuppu

La Tamerice africana - Tamarix africana - Avrucu
Questo è in sintesi il paesaggio forestale del territorio godranese, anche se accanto alle formazioni boschive nella loro espressione più matura si instaurano altrettanti aspetti di degradazione – o a seconda dei casi anche di recupero – che hanno favorito la presenza di estesi arbusteti dominati da essenze come lo Sparzio infesto (Calicotome infesta; d.= Alastru)(Foto 85), la Ginestra odorosa (Spartium junceum; d.= Inestra)(Foto 86), il Citiso villoso (Citysus triflorus; d.= Muddacchinu)(Foto 87), il Prugnolo (Prunus spinosa; d.= Abbrignolu)(Foto 88) ed il Biancospino (Crataegus monogyna; d.= Brunzulinu)(Foto 89).
L'arbusteto a Sparzio infesto (Calicotome infesta) rappresenta uno dei primi step di recupero della vegetazione verso aspetti più maturi. Nella foto uno scorcio
di Piano Guddemi


La Ginestra odorosa - Spartium junceum - Inestra

Il Citiso villoso - Citysus triflorus - Muddacchinu
Al margine del bosco, come qui in foto ad Alpe Cucco, tendono ad insediarsi delle cinture di vegetazione arbustiva dominate da varie specie come ad esempio il
Prugnolo (Prunus spinosa)

L’aspetto antitetico al bosco è rappresentato dalla prateria, ovvero il regno delle specie erbacee, quest’ultime fondamentali per il sostentamento degli animali al pascolo brado o semibrado(Foto 90).

Il Biancospino - Crataegus monogyna - Brunzulinu
Un tipico ambiente pascolivo
nella zona di Valle Maria

Alle aree a forte impronta naturale, si contrappongono le aree a vocazione agricola, poste nelle immediate vicinanze del centro abitato nelle contrade Canna Masca, Cannitello, Acqua Noce, Biviere(Foto 91), Passo San Giovanni e Monticchio dove si concentra un’importante quota di piccoli terreni a conduzione familiare in cui prevale l’oliveto e secondariamente il vigneto, inframezzati da coltivazioni orticole, dal frutteto misto e localmente dal mandorleto. La particolare conformazione di queste aree, data anche la loro disposizione a ridosso delle aree boschive e pascolive, descrive un mosaico paesaggistico in cui l’elemento antropico appare ben integrato con l’ambiente naturale circostante(Foto 92), forte anche della presenza di siepi, valloni arborati e aspetti di recupero arbustivo-forestali in coincidenza di molte particelle agricole ormai abbandonate, che di fatto costituiscono una rete ecologica adatta a sostenere numerosissime specie animali.
La c.da Biviere, non distante dall'abitato di Godrano, accoglie numerosi piccoli poderi a conduzione familiare spesso coltivati ad oliveto e a frutteto misto o in cui viene praticata un'orticoltura di sussistenza

In alcune aree del territorio godranese le coltivazione ad olivo ed i frutteti entrano direttamente in contatto con formazioni boschive mature
e ben strutturate.
