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Inquadramento geografico e territoriale

Orazio Caldarella

 

 

Godrano(Foto 1) è un comune di poco più di mille anime situato nel cuore della provincia palermitana in corrispondenza di un vasto sistema collinare-montano che culmina nei 1.613 metri s.l.m. di Rocca Busambra(Foto 2) e che poi evolve, verso sud, nella catena montuosa dei cosiddetti Monti Sicani.

Il territorio comunale ha una ha forma approssimativamente rettangolare, allungata in direzione nord-sud per più di dieci chilometri. Il limite settentrionale coincide con la cima di Cozzo Bileo(Foto 3) (1.007 m), mentre all’estremo apposto il confine comunale è fissato in contrada Marosella(Foto 4). Complessivamente si estende per 3.387 ettari, e la sua quota minima si registra nei terreni di contrada Carciminia (Foto 5) con un’altitudine di circa 440 metri.

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L'abitato di Godrano e sullo sfondo Rocca Busambra

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Le ripide pareti di Rocca Busambra (1.613 m s.l.m.)

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Sullo sfondo a sinistra svetta la cima di Cozzo Bileo (1.007 m s.l.m.) 

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Il settore meridionale del territorio godranese con il Bosco di Marusedda

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Uno scorcio invernale con in primo piano i terreni di c.da Carciminia

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In occasione della consultazione referendaria del 14 gennaio 2007, i cittadini di Godrano e di Marineo votarono a favore di una riperimetrazione dei confini comunali con il trasferimento di alcuni terreni di pertinenza marinese al Comune di Godrano. Tale iter si concluse con la pubblicazione della Legge Regionale 18 del 10/08/2011 nella Gazzetta Ufficiale 3° serie Speciale-Regioni n. 43 del 29/10/2011. Ciò permise di estendere il territorio comunale di una manciata di ettari verso nord ma, soprattutto, consentì il passaggio di competenza al comune di Godrano delle Contrade Rocca e Gallitano(Foto 6) nelle quali, durante gli anni ’80, numerose famiglie godranesi avevano edificato delle abitazioni trasferendo la propria residenza nel Comune di Marineo, nonostante tali contrade si trovassero ad un tiro di schioppo dal centro abitato godranese.

Dal punto vista cartografico, per la sua forma allungata in senso nord-sud, il territorio è inquadrato all’interno di varie sezioni della Carta Tecnica Regionale (scala 1:10.000) ovvero la 608050 (Lago dello Scanzano), 608060 (Godrano), 608090 (Ficuzza-Rocca Busambra), 608100 (Mezzojuso), 608130 (Cozzo Donna Giacoma) e 608140 (Campofelice di Fitalia) a loro volta incluse nei fogli 258 I S.E. (Godrano) e 258 II N.E. (Monte Cardellia) della Carta d’Italia I.G.M.I. (scala 1:25.000), nonché nel foglio 608 (Caccamo) della Carta d’Italia I.G.M.I. (scala 1:50.000).

La posizione dell’odierno abitato è discosta rispetto al primo insediamento deducibile dal Libro di Ruggero del 1154, in cui il geografo arabo Edrisi (1099-1164 ca.) narrava della ricchezza di ambienti umidi e la presenza di un biviere, o più verosimilmente di un’ampia conca d’acqua alimentata dai ruscelli e dalle sorgenti sparse ai piedi di Rocca Busambra. L’autore richiamava sito, forse un piccolo villaggio rurale, con l’appellativo di “Al Gidrân” (letteralmente paludi) e lo collocava verosimilmente nella zona sub-pianeggiante prospiciente la contrada che ancor oggi mantiene il toponimo Biviere(Foto 7), quasi a voler ricordare quell’area umida oggi scomparsa. Altre citazioni di questo bacino lacustre si riscontrano nella preziosa descrizione del Mongitore (1743) che riporta testualmente “...nella Baronia del Godrano...trovasi un biviere, cioè un lago, che gira un miglio, e che produce in molta copia pesci cefali, tenche ed anguille” o nell’opera di Vito Amico, nella cui traduzione ad opera di Gioacchino Di Marzo (1855), alla voce Godrano si legge “Villaggetto così appellato dal lago non discosto del medesimo nome, detto anche Cotrano...”. Purtroppo, allo stato attuale, non sono disponibili precisi riscontri sulla esatta collocazione e l’organizzazione dell’antico abitato e ciò pone anche una serie di interrogativi sulle reali motivazioni che portarono gli abitanti dell’antico borgo a spostarsi nel sito attuale, più sollevato e posto in posizione dominante rispetto all’ampia valle che vi si apre innanzi.

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Una visuale completa del centro urbano con i piccoli agglomerati circostanti

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Una delle tante raccolte d'acqua

nelle depressioni di c.da Biviere

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Il belvedere di Godrano(Foto 8) rappresenta uno dei punti panoramici più suggestivi della Sicilia occidentale e permette di cogliere l’intera parete verticale di Busambra, la fascia boscata pedemontana ed un’ampia veduta dell’alta valle del Fiume San Leonardo. I godranesi chiamano questa splendida balconata panoramica col nome di Cozzu per via della presenza dell’antistante Cozzu Mulinu, un piccolo rilievo dotato di una spianata sommitale utilizzata anticamente come aria pi pisari(Foto 9). Volgendo lo sguardo verso est si apre un suggestivo scenario in cui si distinguono le Serre di Ciminna e di Capezzana, il complesso montuoso di Pizzo Carbonara ed altre cime delle Madonie, il Caccamese con la parte meridionale di Monte San Calogero ed infine l’intera dorsale di Monte Cane con alla base l’abitato di Baucina. In occasione degli eventi eruttivi più intensi si riesce a scorgere anche il pennacchio dell’Etna(Foto 10). In direzione di Vicari e più a sud, si scorgono le colline argillose dell’entroterra siciliano fin dove si raccordano le provincie di Palermo, Caltanissetta ed Agrigento(Foto 11).

Sotto il profilo naturalistico il territorio comunale di Godrano è per ampia parte incluso all’interno del perimetro della Riserva Naturale Orientata “Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago”, la più estesa Riserva Naturale siciliana. Ciò dipende in stretta misura dalla necessità di tutelare alcune le emergenze botaniche, faunistiche, geologiche e paesaggistiche presenti in questo piccolo angolo di Sicilia che, come è facile constatare anche da una rapida visualizzazione in “Google earth”, rappresenta solo una piccola porzione verde incastonata tra i terreni agricoli dell’interno.

Per le stesse ragioni, in applicazione delle direttive europee “Uccelli” (79/409/CEE e 2009/147) ed “Habitat” (43/92/CEE), parte del territorio è stato inglobato nei SIC ITA020007 (Boschi Ficuzza e Cappelliere, Vallone Cerasa e Castagneti di Mezzojuso) e ITA020008 (Rocca Busambra e Rocche di Rao) nonché nell’estesa ZPS ITA020048 (Monti Sicani, Rocca Busambra e Bosco della Ficuzza).

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La vista che si gode dal cosiddetto 

Cozzo, il belvedere di Godrano

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Il Cozzo Mulino luogo una volta utilizzata per la pisatura del grano

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La posizione elevata consente di scorgere le cime delle Madonie ed il pennacchio dell'Etna (eruzione 2018)

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La valle del Fiume San Leonardo e sullo sfondo le colline interne della Sicilia 

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Al di là di ciò, molti godranesi lamentano che la denominazione delle suddette aree protette non richiami espressamente il nome del loro paese e dell'omonimo bosco. Infatti, è alquanto ricorrente sentirsi replicare con sano slancio campanilistico che “…quello che dicono essere il Bosco della Ficuzza, in realtà è il Bosco di Godrano!”. Ciò è vero e falso allo stesso tempo!

 

Quello che oggi è noto come “Bosco della Ficuzza” è la somma di diversi feudi riuniti in epoche differenti e che hanno seguito una serie di passaggi di proprietà tra vecchi reali ed amministrazioni pubbliche. Il cosiddetto “Bosco di Godrano” (Foto 12), esteso per circa 2.010 ettari, entra ufficialmente a far parte del Demanio Forestale solo dopo l’Unità d’Italia. Di fatto, esso nel 1811, rientrava nella sfera di beni immobili in uso ai Borbone in forza di un contratto di enfiteusi stipulato col legittimo proprietario, il Marchese di Roccaforte. Solo dopo l’instaurazione del Regno d’Italia, sotto i Savoia, l’estesa superficie boschiva e le aree a pascolo relative al suddetto Bosco, vennero acquisite al demanio ed unite alla sorte dei feudi di Ficuzza, Lupo e Cappelliere, già di proprietà dei Borbone e che costituivano l’impianto della cosiddetta Foresta di Ficuzza. Quindi, l’odierna area protetta include boschi e feudi differenti che, almeno in origine, erano assolutamente indipendenti l’uno dall’altro e che per motivi di carattere amministrativo sono stati poi riuniti assecondando le scelte tecnico-gestionali del Regno d’Italia prima e della Repubblica Italiana poi, passando di fatto dal secondo dopoguerra alla gestione diretta da parte della Regione Siciliana, che avrebbe di lì a poco anche acquisito il Feudo Bosco e Canonica ricadenti in territorio di Mezzojuso.

Nonostante ciò, Godrano ed il suo territorio temono pochissimi confronti in ambito siciliano per quello che concerne la diversità paesaggistica e l’importanza della componente vegetale ed animale. Si può certamente affermare che questo territorio rappresenta una delle aree naturalistiche più rinomate di tutta l’isola e che, in quest’ultimi anni, il rinnovato interesse per l’ecologia, la protezione del paesaggio e del patrimonio biologico lo hanno reso meta ricorrente di escursioni, attività di educazione ambientale, competizione sportive en plein air e progetti di ricerca.

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Panoramica del Bosco di Godrano che si spinge fino ai piedi della Busambra

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