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La geologia

Orazio Caldarella

 

 

La Rocca Busambra e le colline circostanti(Foto 38) nella loro attuale forma, composizione e posizione sono il risultato di complesse vicende geologiche che hanno interessato l’intera Catena Appennino-Maghrebide che include parte dei rilievi della Sicilia settentrionale.

In particolare, la Rocca Busambra(Foto 39) è costituita da rocce carbonatiche di età compresa tra i 200 ed i 20 milioni di anni fa, appartenenti al cosiddetto Dominio Trapanese, come lo definiscono i geologi. Di fatto, si tratta di varie tipologie di roccia formatesi per sedimentazione in antichi bacini marini oggi scomparsi, che sono state poi smembrate e collocate nell’attuale posizione dall’azione delle forze tettoniche che hanno modellato, più in esteso, tutta la regione mediterranea.

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La visione laterale permette di

riconoscere i bianchi calcari di Rocca Busambra (a sinistra) che emergono dal complesso quarzarenitico sottostante

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Il tratto più occidentale della dorsale calcarea di Rocca Busambra

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Le aspre creste della Busambra modellate dalla continua

azione erosiva degli agenti

biologici e meteorici

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Lungo la parete settentrionale della Busambra(Foto 40) sono particolarmente attivi i fenomeni di crollo prodotti dall’azione combinata delle radici delle piante in concorso con gli agenti meteorici, che lentamente ne demoliscono la struttura a partire delle fratture tettoniche sparse in tutta l’area. Ne è testimone il detrito di falda copiosamente accumulato ai piedi della parete nord, soprattutto presso la Ciacca di Mezzogiorno(Foto 41) (in territorio di Monreale), nella zona delle Neviere(Foto 42), al Farinaro(Foto 43) o alle Coste del Capone(Foto 44). In particolare, il toponimo del Chiarchiaro(Foto 45) (letteralmente accumulo di pietre), situato a metà strada tra la località Alpe Cucco e la Scala Ciulina(Foto 46), richiama appunto le coltri rocciose che caratterizzano tutta la fascia pedemontana.

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La coltre detritica depositata ai piedi della Ciacca di Mezzogiorno

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Parte del detrito di falda veniva utilizzato nella costruzione dei muretti laterali delle neviere situate negli anfratti più ombreggiati

ai piedi della montagna

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Il vasto accumulo clastico del Farinaro ai piedi della parete di Rocca Busambra

A riprova, invece, dei fenomeni carsici ipogei si riscontra l’assenza di qualsiasi tipo ti forma di ruscellamento superficiale ai piedi della Rocca, poiché le fessurazioni della roccia lasciano percolare rapidamente l’acqua nel sottosuolo. Numerose sono invece le evidenze di superficie tra cui spiccano delle vere e proprie grotte come quella del Farinaro(Foto 47) ed altre microcavità(Foto 48) distribuite lungo tutta la parete.

La parte di terreni che affiora a nord del massiccio di Busambra(Foto 49) a partire dalle località Chiano i Prani, Fanuso e Cerasa fino all’estremo settentrionale del territorio comunale è invece contraddistinta da substrati a reazione acida, identificati con il nome di Flysh Numidico, formatisi in epoca ben più recente rispetto al massiccio di Rocca Busambra. Di fatto, si tratta di terreni distinti dalla presenza di rocce quarzarenitiche, sabbie ed argille che con caratteristiche più o meno simili riaffiorano anche all’estremo meridionale del territorio comunale al di là delle terre di Marosa, ovvero in coincidenza delle contrade Marosella e Ramusa(Foto 50).

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L'area delle cosiddette

Coste del Capone,

zona caratterizzata dal

copioso accumulo di

materiale detritico

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Le Coste del Capone sovrastano la zona pedemontana del Chiarchiaro dove l'estesa coltre detritica è stata colonizzata dal lecceto mesofilo

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Nel punto più basso della sella si inerpica la Scala Ciulina,

un passaggio naturale che conduce fin sulla dorsale

della Busambra

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La Grotta del Farinaro

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Una delle tante piccole grotte e cavità che si aprono lungo la parete settentrionale della Busambra

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I terreni che giacciono dall'abitato di Godrano fin quasi ai piedi della Rocca Busambra sono riconducibili al Flysh Numidico

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Nella parte meridionale del territorio affiorano terreni della stessa

natura quarzarenitica

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